alberto testa

ESEGESI DI CICALE: IO CHE AMO SOLO TE, LUCA!

20:57

Siamo in autostrada e mio marito propone un programma musicale niente male: Mingus, Tom Waits, Rosa Balistreri, De Andre, Nick Cave.
Inattesa come un fulmine nel cielo terso di un ottobre che sembra estate, la vocetta di Heater Parisi cinguetta “Cicale”: rimango perplessa!
-Mi sembra ...leggerissimamente fuori contesto.- osservo.
Luca supera due tir che vanno a bassa velocità, rientra in corsia di marcia e mi dedica uno sguardo che conosco bene; è quello di un taciturno in procinto di cedere al desiderio latente di lanciarsi in una conversazione.
-Quanti autori ha, di solito, una canzone?- chiede.
-Uno, due, rare volte tre.- rispondo.
-Per scrivere “Cicale”, che potrebbe sembrare una canzone per bambini, con una melodia semplice e un testo che, oltre a essere (apparentemente) un inno alla banalità è pure insolitamente breve, si sono scomodati in cinque!-
Come San Tommaso ...voglio toccare con mano Wikipedia e leggo: Alberto Testa, uno dei maggiori autori di canzoni in Italia; Tony De Vita, noto compositore e direttore d’orchestra; Silvio Capitta, produttore e autore televisivo; Franco Miseria, ballerino e coreografo; Antonio Ricci, futuro guru (eravamo nel 1981) della tv e della comunicazione.
La cosa stava diventando intrigante!
-Dietro l’apparente banalità del testo c’è di che riflettere e si può scoprire un mondo di argomenti e spunti di discussione: basta saperli cogliere. Ciò che viene presentato come modello di estremo disimpegno, a un esame più attento, può rivelarsi tutt'altro.-
-Come ne “La lettera rubata” di Poe: il modo migliore per nascondere qualcosa è metterlo sotto gli occhi di tutti!-
-E’ uno dei motivi per cui amo mia moglie: suoniamo spesso gli stessi accordi cerebrali! Senza prendere in esame tutto il testo, limitiamoci a un’unica, semplice frase: “Per cui la quale, cicale, cicale, cicale”! –
Il meccanismo, oramai era in moto e non avevamo certo intenzione di bloccarlo.
Effettivamente il no-sense di “Per cui la quale”, simboleggia perfettamente le locuzioni alla moda, stucchevole ingrediente di troppe conversazioni (dall’obsoleto “cioè” degli anno ’70, all’insopportabile “piuttosto che” dei giorni nostri). Ma incarna anche i luoghi comuni con cui i politicanti infarciscono i loro discorsi; avete presente Nuntereggae più di Rino Gaetano: “Mi sia consentito dire, il nostro è un partito serio, nella misura in cui, disponibile al confronto, alternativo, alieno a ogni compromesso”!
La frase rappresenta sicuramente un monito lanciato dagli autori (con Ricci in testa, credo) riguardo l’Armata Brancaleone di maestri di pensiero e di sofismi; esperti tuttologi; opinionisti; pseudo-intellettuali; rivelatori di verità già rivelate; predicatori di varia natura che, nei decenni successivi, avrebbe tracimato dagli schermi televisivi: dall’urlatore Sgarbi, fino al filosofo dell’ovvio Gramellini.
E’ uno dei motivi per cui amo mio marito: suoniamo spesso gli stessi accordi cerebrali! Ci siamo tuffati sul testo intero della canzone, come assetati in una pozza d’acqua (e l'abbiamo prosciugata fino all’ultima goccia).
E’ stata una conversazione buffa e seriosa; un po’ no-sense, un po’ profonda; che ci ha piacevolmente coinvolti e ha fatto dimenticare lo scorrere del tempo. Un dialogo che, (...mi sia consentito dire), mi permetto di definire arguto e intelligente; interrotto al momento giusto, prima di perdere freschezza, quando una voce femminile campionata ha intimato: “Inserire il biglietto” (non abbiamo il telepass)!
Eravamo arrivati a destinazione senza neanche rendercene conto.
Luca paga il pedaggio, indugia un po’ troppo, ci pensa su (come volesse domandare qualcosa ...alla signorina nascosta nel macchinario), riparte e mi dedica uno sguardo che conosco bene: è quello di un taciturno che sta per esser preda di un attacco di bulimia oratoria.
Precarizzazione? Implicazioni tra uomo e macchina nel mondo del lavoro? Tutti argomenti interessanti certo, ma sono preda di un languido rilassamento e, soprattutto, sono satolla di tutte le frasi che mi hanno appena divertita, coinvolta, interessata: voglio digerire in pace!

Alzo leggermente la radio e socchiudo gli occhi; Luca recepisce il messaggio (è un altro dei motivi per cui amo mio marito) e si concentra nella guida, mentre le dolci note di “My favorite things” saturano l’abitacolo.

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