Chi
studia in modo approfondito la materia è arrivato a stabilire che,
nell'arco di un anno, il corpo di una donna può assorbire fino a due
chili di sostanze chimiche attraverso i cosmetici che,
quotidianamente, usa. Il principio è lo stesso che sta alla base del
funzionamento dei cerotti transdermici ed ha come conseguenza che
circa il 60% dei componenti dei cosmetici viene assorbito dal sangue.
Ma quali
sono le principali tra queste sostanze? E, soprattutto, quali
conseguenze possono causare all'organismo?
Personalmente
ho usato per molti anni solo cosmetici naturale e biologici; da un
po’ di tempo, complici gli anni che passano e fanno aumentare le
esigenze della pelle, li alterno con prodotti dei quali prendo in
grande considerazione le qualità performanti (senza comunque
prescindere da una buona composizione, anche se non sono
completamente naturali e biologici).
In ogni
caso, qualunque sia il nostro approccio alla cosmesi, dobbiamo
imparare a farne un utilizzo consapevole!
Troppo
spesso al momento di scegliere e acquistare un cosmetico, siamo
influenzate in modo eccessivo dalla forma: un packaging accattivante,
una pubblicità particolarmente indovinata, le indicazioni sommarie
sul prodotto scritte in grande sulla confezione (ad esempio “per
pelli secche”, “per capelli grassi” “per denti e gengive
sensibili” ecc.).
Ma la
prima cosa di cui dovremmo preoccuparci è la sostanza ovvero
conoscere gli ingredienti del prodotto che vogliamo acquistare,
perché quello che utilizziamo SUL nostro corpo, lo ritroveremo
DENTRO il nostro corpo!
Faccio un
esempio tra i peggiori: è possibile che nello shampoo che abbiamo
inconsapevolmente acquistato sia contenuto il Triclosan, che ha
funzioni antibatteriche, antimicotiche e antivirali, ma appartiene
alla categoria dei pesticidi. E' quindi una sostanza tossica e
inquinante che per di più, reagendo con le molecole di cloro
contenute nell'acqua del rubinetto che usiamo nel risciacquo, genera
cloroformio, sostanza a sua volta dannosa per reni, fegato e sistema
nervoso centrale.
Come non
bastasse la sua accidentale esposizione al sole genera diossine che,
oltre ad essere cangerogene, possono ridurre la fertilità , produrre
squilibri ormonali e indebolire il sistema immunitario.
L'uso
prolungato di prodotti che contengono questa sostanza ne provoca
l'accumulo, in particolare, nei tessuti adiposi (tipico il caso dei
dentifrici) e se ne sono trovate tracce addirittura nel latte
materno!
L'unica
difesa che abbiamo nei confronti di questi attacchi subdoli alla
nostra salute è il comportarci da consumatrici informate e
consapevoli rispetto ai componenti del prodotto che vogliamo
acquistare!
L'Inci è
un acronimo di parole in lingua inglese, che possiamo semplicemente
tradurre con “lista degli ingredienti che compongono il preparato”.
Dal 1997
ogni azienda è obbligata ad apporre sulla confezione questo elenco
dettagliato, con i vari ingredienti espressi in una nomenclatura
standard e in ordine decrescente di peso al momento in cui vengono
incorporati per ottenere il prodotto.
In ordine
decrescente di peso, vuol dire che il primo dell'elenco è
l'ingrediente contenuto in percentuale più alta (molto spesso è
l'acqua) e quelli che seguono sono in percentuale sempre minore, fino
ad arrivare a quelli in quantità più trascurabile che sono
generalmente conservanti e profumazioni.
Occupiamoci
ora della nomenclatura.
Seguendo
la classificazione settecentesca di Linneo, gli ingredienti di
derivazione vegetale sono espressi col loro nome botanico latino,
accompagnato da quella che è la loro utilizzazione in lingua
inglese.
Esclusivamente
in lingua inglese invece, sono indicati gli ingredienti che hanno
subito un processo chimico, anche se hanno origine vegetale (ad
esempio un emulsionante come il Cetyl palmitate).
Col
termine generico “Parfum” “ o “Aroma”, vengono definite le
fragranze.
I
coloranti per capelli hanno il loro nome chimico in inglese, mentre
tutti gli altri sono indicati di solito con la sigla C.I. (Colour
Index) seguita da un numero che li identifica.
La prima
considerazione da fare è che “naturale” non vuol dire
automaticamente salutare. Anche la cicuta e il petrolio sono prodotti
naturali, ma non per questo sono dermoaffini né tanto meno
commestibili.
Secondariamente
possiamo notare come nella cosmesi tradizionale, si possano
incontrare prodotti molto noti e utilizzati da decenni che, ad una
lettura consapevole degli ingredienti, lasciano stupefatti.
Ad
esempio un noto e reclamizzato prodotto usato principalmente sui
bambini è composto semplicemente da: Paraffinum liquidum
(antistatico, emolliente, solvente); Isopropyl palmitate
(antistatico, legante, emolliente, solvente) Parfum.
Questo ci
introduce alla lista delle principali sostanze nocive contenute nei
cosmetici.
PETROLATI.
Scarti della lavorazione del petrolio, inquinanti, non biodegradabili
e quindi altamente nocivi per l'ambiente, sono sostanze occlusive,
cioè creano sulla pelle una patina artificiale che non la fa
respirare e intrappola eventuali impurità negli strati superficiali
dell'epidermide, causando dermatiti (così diffuse da far creare la
definizione di dermatite da petrolatum).
L’Unione
Europea li ha inseriti tra i cancerogeni di classe II e, purtroppo,
li scopriamo spesso ai primi posti dell'INCI: paraffinum liquidum,
petrolatum, mineral oil, vaselin, vaselina.
SILICONI:
molecole di sintesi non biodegradabili che, per quanto riguarda il
consumatore, hanno l’unico pregio di rendere il cosmetico piacevole
al tatto. Per chi produce invece le cose cambiano: sono anallergici,
resistenti al calore e allo scorrere del tempo, costituiscono un
surrogato a basso costo di principi attivi e sostanze pregiate,
conferendo a pelle e capelli un’immediata (ed apparente) setosità .
In realtÃ
provocano secchezza e il film che creano non permette di espellere il
grasso in eccesso, favorendo l'insorgere di brufoli e punti neri.
Sono
identificati come tali: dimethicone, ciclosiloxane, amodimethicone,
trimethylsilylamodimethicone, cetyl methicone,, ciclopentasiloxane,
ciclotetrasiloxane, dijsostearoyl trimethylolpropane, disiloxane,
lauryl methicone copolyol, phenyl trimethicone,plysilicone-18 cetyl
phosphate, silicone resin spheres, simethicone,
trimethylsiloxysilicate, trisiloxane.
PEG
(Polietilenglicoli):
altri derivati del petrolio che servono a strutturare tensioattivi
(hanno proprietà schiumogene e detergenti) ed emulsionanti (che
favoriscono, nelle creme, l’innaturale convivenza tra parte oleosa
e acquosa).
Nell'INCI
sono seguiti da un numero e i PEG6, PEG20, PEG75 sono quelli
maggiormente aggressivi
GLYCOL:
si tratta di solventi particolarmente aggressivi, anch’essi
derivati dal petrolio. Hanno alto grado di penetrazione nella pelle,
servono a ben veicolare i principi attivi e rendono stabili le
emulsioni (come i Peg), ma possono impermeabilizzare in modo
eccessivo.
Nell'INCI:
propylene glycol, butylen glycol, polypropylene glycol, ethylene
glycol.
TRICLOSAN:
ne abbiamo parlato prima.
FORMALDEIDE:
sostanza altamente cangerogena, che irrita e invecchia la pelle;
usata come conservante, antisettico, disinfettante e deodorante, può
anche provocare forme allergiche.
Nell'INCI:
imidazolidinyl urea, DMDM hydantoin, 5-bromo-5nitro-1, 3dioxane,
2-bromo-2-nitropropane-1, 3-diol, bronopol, bronidox,
diazolidinyl-urea.
FTALATI:
Alterano
l'equilibrio ormonale, accanendosi in particolare sullo sviluppo del
sistema riproduttivo maschile.
Nell'INCI:
Diethil phthalate, butyl benzyl phthalate, dibuyil phtalhate,
dihydrogenated tallow phthalate, dimethicone copolyol phtalhate,
dioctyl phthalate, poltybutylene terephthalate, polyethylene
terephthalate.
PARABENI:
Sono conservanti molto usati e recenti ricerche hanno fatto balenare
la possibilità che possano causare tumori ormonali, in particolare
al seno.
Nell'INCI:
methylparaben, ethylparaben, propylparaben, butylparaben,
isobutylparaben, benzylparaben.
Questo
viaggio nel mondo dei cosmetici non ha sicuramente sviscerato a fondo
tutti gli argomenti da approfondire (che restano molti), ma spero
possa essere d'aiuto se volete prendervi cura di voi, dei vostri cari
e dell’ambiente in modo, per l’appunto, più informato e
consapevole e quindi, in definitiva, più sano.
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