25 novembre.

ATELIER RICCI: LA MERAVIGLIA DELLE DONNE

10:50

Foto Fiorenzo (Francesca Tomei)
Ho incontrato Piero e Patrizia Ricci nella splendida sede del loro atelier, nel centro storico di Lucca, in via Burlamacchi, 32; ci siamo seduti su un bellissimo divano e, con noi, si è seduta un'affascinante donna dal volto preraffaellita, che chiamerò LEI.

Piero e sua figlia Patrizia godono ormai di una fama che ha meritatamente valicato i confini nazionali e hanno vestito, in 45 anni di attività, personaggi come Mina, Ornella Vanoni, Antonella Ruggero. 
Ma, soprattutto, quando si parla di stile ed eleganza, l'atelier ha costituito per tante donne comuni, un imprescindibile punto di riferimento, perché per Piero e Patrizia ogni donna che varca la soglia del bellissimo palazzo cinquecentesco sede dell’azienda (e antica dimora dei Marchesi Mazzarosa) è importante allo stesso modo e merita sorrisi, attenzioni e professionalità.

Questa è la filosofia di Piero Ricci fin da quando, adolescente, cominciò a lavorare per una grande sartoria; queste sono la sua creatività, il suo stile, il suo amore per il bello, che gli permettono di comprendere lo spirito, la personalità e l’armonia che ogni donna porta con sé.
Da non perdere quindi gli appuntamenti con le sfilate, dove vengono presentate le nuove collezioni (Primavera/Estate-Autunno/Inverno); abiti da sempre contraddistinti da un mix perfettamente riuscito di armonia, eleganza e sobrietà, a partire dai famosi e apprezzatissimi abiti da sposa.

Ma la sensibilità di Patrizia Ricci non è indirizzata verso la sola bellezza; consapevole del fatto che troppe donne sono costrette a subire esperienze tragiche nella loro quotidianità, non ha intenzione di voltarsi dall’altra parte, tutt'altro.
PATRIZIA: Sono disponibile a qualsiasi iniziativa possa essere utile a combattere una cosa odiosa come la violenza e la discriminazione di genere e l’evento che organizzeremo prossimamente nei locali dell’atelier va proprio in questa direzione, perché si può fare nel modo migliore il proprio lavoro e, contemporaneamente, pensare a qualcosa di utile per tutti: voglio dedicare alle donne una parte del mio tempo e delle mie risorse.
In particolare all’evento parteciperanno uno psicologo, un sociologo e un’avvocatessa penalista; ci sarà una sfilata di donne che non sono modelle professioniste, ma si prestano per l’occasione, con abiti che recano stampate delle scritte che attirino l’attenzione sul tema. Alla fine gli abiti andranno all’asta e i proventi saranno destinati a un'associazione in prima fila nel dare aiuto e assistenza alle donne vittime di violenza, ma i due scopi principali dell’evento sono la divulgazione (perché l’attenzione deve sempre restare alta) e l’informazione, che magari potrebbe raggiungere donne che, proprio ora, in questo momento, hanno bisogno d’aiuto e non sanno cosa fare e come comportarsi.
L’ultima a sfilare sarà proprio LEI, la donna misteriosa e affascinante, dal volto che sembra quello di un ritratto; sarà come una celebrazione di chi è riuscita a uscire dal tunnel della violenza, la dimostrazione che, pur tra mille difficoltà, la cosa è possibile: questa è la sua storia.
LEI: Sono una vittima di stalking, atti persecutori e violenza fisica e psicologica. Dopo un lungo periodo ne sono uscita denunciando il mio persecutore, che era il mio ex-compagno, l’uomo con cui pensavo di condividere la vita.
La donna che vive la violenza di genere, subisce quotidianamente, si sente di continuo sotto controllo, sotto pressione, sotto minaccia: sempre!
A volte le vittime si auto-colpevolizzano, pensano che ci sia qualcosa di sbagliato dentro di loro, perché lo stalker tenta di annullare la propria vittima a livello psicologico e renderla sempre più debole. Si entra in un vortice di dolore dal quale non si riesce a intravedere una via d’uscita.
Ma tu, finalmente, sei riuscita a trovarla.
LEI: E’ un percorso lungo e difficile, che bisogna assolutamente fare. Personalmente ho avuto l’appoggio di persone amiche, che mi sono state vicine e mi hanno aiutato ad isolare il mio persecutore; i miei familiari ho preferito non coinvolgerli, sia per tutelarli sia perché non volevo sapessero quanto stavo soffrendo (al colmo della disperazione ho provato anche il suicidio) .
Dopo due mesi di relativa tranquillità, si è rifatto vivo e mi ha convinta a salire in macchina con lui (credevo e speravo si fosse pentito, si fosse reso conto di quello che stava facendo); invece mi ha detto, con una freddezza sconvolgente, che mi avrebbe uccisa.
Mi sono buttata dall’auto, ho provato a fuggire, ma mi ha ripresa; per fortuna, mentre mi trascinava ...come una cosa, una volante è passata da lì. I poliziotti sono intervenuti e, mentre lo mettevano in condizione di non nuocere, lui mi diceva “Amore salvami!”: una situazione folle, incredibile!
Chi è lo stalker? E’ possibile riconoscerlo?
LEI: Purtroppo, all'inizio, sembra un uomo come tanti, persino piacevole, in quanto pieno di attenzioni: difficile indovinare la verità che nasconde. Poco alla volta però, cominci ad accorgerti che quel suo metterti al centro del mondo diventa prima eccessivo, poi soffocante e, infine, ossessivo. Fino a quando affiora questo perverso e malsano senso di dominio, un trattarti come se tu fossi un oggetto di sua esclusiva proprietà, che è l'annuncio stesso dell'atto violento.
La location dell’evento è perfetta e propone un suggestivo contrasto tra la bellezza del luogo e la drammaticità dei temi che vengono trattati, perché la risposta migliore a chi vuole soffocarti e impedirti di vivere è proprio godere dei piaceri della quotidianità.

L’atelier Ricci è stato e continua ad essere un posto caldo ed accogliente, dove generazioni di donne si ritrovano per fare cose piacevoli, divertenti ...e normali (da bambina, sono venuta con mia madre e ricordo ancora oggi quell’esperienza come una meravigliosa avventura): provare un abito, accarezzare i tessuti, chiacchierare, dare sfogo a quella sana dose di frivolezza che è così distante dalle esperienze traumatiche che toccano purtroppo tante di noi e che è bene non dimenticare mai.

Nella foto di copertina ci siamo NOI (da sin. Morena Rossi, Giulia Valenti, Monica Innocenti, Miriam Nacir, Manuela Bollani, Michela Lombardi, Hanan Hacconi, Patrizia Ricci mia cugina Asia Satti), un gruppo di amiche che, in occasione del 25 novembre (giornata internazionale contro la violenza sulle donne), vogliono idealmente abbracciare tutte le donne.

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