costituzione

LA MIA INTERVISTA A DACIA MARAINI

16:50


Quella che segue è un'intervista a Dacia Maraini, tratta dal mio libro "1948: di sani principi", Maria Pacini Fazzi Editore, di Monica Innocenti e Luca Cosci. E' stato pubblicato in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia e si compone di una serie di interviste a personalità provenienti da svariati ambiti della società civile (Hack, Monicelli, De Cataldo, Machiavelli, Gallo, Farinella e tanti altri), che rispondono a domande su argomenti di attualità, ricavati dalla lettura di alcuni articoli della nostra Costituzione.
Un lavoro che, permettendoci di entrare in contatto con personalità così diverse e interessanti, ci ha enormemente arricchito.

Una vita quella di Dacia Maraini, che sembra la trama di un romanzo, per una scrittrice che è una delle figure più importanti della letteratura italiana contemporanea. Se ne sono accorte persino le istituzioni, nominandola Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. 

Art. 1 - L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione)
Art. 48 - Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico… Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

D - Crede che il popolo italiano, nella sua maggioranza, sia ancora sinceramente interessato ad esercitare il proprio diritto alla sovranità o sia ormai rassegnato a delegare, non avendo più volontà né di impegno né di partecipazione? 

R – Non credo che il popolo italiano si sia rassegnato alla delega cieca. Credo che una parte degli italiani siano semplicemente male informati. Ciò che arriva a chi non legge i giornali e i libri, sono informazioni drogate e false. C’è per fortuna una gran parte degli italiani che è indignata e scandalizzata da questo modo di fare politica, ma non ha voce sui mezzi di comunicazione più popolari. Basta andare sulla rete e si sente quanto lo scontento stia scavando in profondità.

Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei diveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

D - In tempi di flussi migratori di portata mai conosciuta in passato che comportano, nella quotidianità, problemi di convivenza, sociali, economici e religiosi, i cittadini (e la legge stessa) restano sensibili alla straordinaria forza ideale di questi principi o la diffidenza verso chi è, in generale, diverso sta prendendo il sopravvento? 

R – Direi che i principi degli articoli 2 e 3 sono continuamente disattesi. Ma anche qui penso che la responsabilità sia dei mezzi di comunicazione più popolari, che stanno diffondendo l’idea di una Costituzione vecchia, da buttare a mare.

Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese).

D - “Lodo Schifani” e “Lodo Alfano”, avevano come obiettivo il rendere “diversamente uguali” di fronte alla legge alcune figure di alto profilo della repubblica. Dichiarata l’incostituzionalità di questi provvedimenti, si sostiene da più parti sia opportuno, allo scopo di preservarne la straordinaria importanza istituzionale, cercare un percorso costituzionale e condiviso per mantenere le più alte cariche dello Stato sotto una sorta di campana di vetro rispetto alla legge: lo ritiene giusto? 

R – Io credo fermamente che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Ma poiché, in nome della maggioranza, si vuole passare a tutti i costi il principio della disparità e dei privilegi del potere, certo è meglio fare una legge ad personam, piuttosto che fingere di migliorare la situazione uccidendo per sentenza tutti i processi, per salvarne uno solo. Fra l’altro vorrei ricordare che in tanti anni di repubblica, nessun governo ha mai sentito il bisogno di fare delle leggi per la difesa speciale di chi governa. Nemmeno nei peggiori momenti di prepotenza democristiana. 

Art. 7 - Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8 - Tutte le confessioni religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse da quella cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relativa rappresentanze.

D - Dai grandi referendum degli anni ’70 fino al testamento biologico, sono molti i temi etici che, generando conflitti tra convinzioni laiche e precetti religiosi, hanno diviso e appassionato la pubblica opinione. Quali pensa debbano essere i limiti (se ce ne sono), del concetto di laicità dello Stato? 

R – Per me la Chiesa deve essere decisamente separata dallo Stato. Ciascuno nel suo ambito, con la sua libertà. Mentre oggi assistiamo alla continua pretesa di intervento della Chiesa sulle questioni etiche di un paese laico. Lì dove la Chiesa si sovrappone allo Stato, c’è sempre censura e arbitrio. Basta leggere i libri di storia. Possibile che tutte le grandi rivoluzioni, dal Risorgimento alla Rivoluzione francese, dai Diritti dell'uomo alla laicizzazione dello Stato, siano esperienze da buttare alle ortiche? Lo dico col massimo rispetto per il sentimento religioso e per l'indipendenza della Chiesa.

Art. 9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

D - Il Direttore Generale di una nota università, ha raccomandato a suo figlio, affinché potesse costruirsi un futuro in linea con le proprie aspettative, di lasciare il nostro Paese. In base alle sue esperienze dirette lavorative e di studio, si sentirebbe di consigliare ad uno studente la stessa cosa? 

R – Mi sono stupita anch'io dell'uscita di quel Direttore. La trovo una idea suicida. Proprio lui che dovrebbe difendere il pensiero e la ricerca italiana, spinge suo figlio a emigrare! Siamo proprio alla resa più vile. E’ vero che le università italiane funzionano male, ma bisognerebbe fare di tutto, specialmente da parte di chi ha delle responsabilità, per accelerare le riforme, e non spingere i migliori ad andarsene, come purtroppo accade da anni. 
L’impoverimento della nostra ricerca colpisce tutti, non solo gli intellettuali.

Art. 11 - L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

D - Pensa che la politica estera del nostro Paese, dalla caduta del muro di Berlino e l’instaurarsi di un nuovo ordine mondiale in poi, sia stata e continui ad essere coerente con questo principio? 

R – Mi pare che stiamo dimenticando completamente lo spirito della Costituzione che è la cosa più bella che sia uscita da un governo italiano nei secoli. C'é voluta una guerra disastrosa e una forte rinascita del sentimento etico e di identità per arrivarci. Ora, in tempi di pace, ci sbrachiamo e invochiamo leggi feroci contro gli stranieri, siamo fieri di portare i nostri soldati all'estero, per guerre che dovremmo rifiutare come inutili e aggressive. Non si è mai risolto niente con le guerre. 
Forse che la guerra del Vietnam ha migliorato le cose nel paese? Forse che la guerra, anzi le guerre in Iraq hanno contribuito a eliminare il terrorismo internazionale? Forse che la guerra in Afganistan ha liberato il paese dal fanatismo e dal terrore?

Art. 21 - Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure... La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

D - Diverse organizzazioni internazionali, hanno classificato il nostro Paese nelle posizioni di retrovia per quanto riguarda la libertà di stampa e di espressione. In che misura è d’accordo con queste sconsolanti valutazioni? Può Internet rappresentare una nuova frontiera, per quanto riguarda l’informazione indipendente?

R – Purtroppo devo dare ragione alle organizzazioni internazionali che hanno classificato il nostro paese in posizioni di retrovia rispetto alla libertà di stampa e di espressione. L’autoritarismo non ha più bisogno di manganelli e purghe per imporsi. Lo fa attraverso il controllo dei programmi televisivi, attraverso l’uso subdolo e ricattatorio della censura, attraverso la costante trasmissione di notizie false, attraverso la denigrazione sistematica della magistratura, attraverso un clima di intimidazione e minacce. 

Art. 29 - La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è fondato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

D - Il mutare dei costumi e delle relazioni sociali, ha favorito lo svilupparsi di nuovi tipi di rapporto, riconosciuti in parte o non riconosciuti affatto dalla legge, come unioni di fatto e unioni omosessuali. Crede sia opportuno equipararli alla famiglia intesa in senso tradizionale? E’ opportuno fare dei distinguo in materie come adozione, assistenza sociale, reversibilità pensionistica? 

R – Il mondo cambia. Cose che erano inconcepibili un secolo fa, diventano oggi realtà comuni. Conosco una coppia di omosessuali (maschi) che stanno insieme da anni e di recente hanno adottato un figlio. E’ una famiglia felice. Molto più felice di tante famiglie eterosessuali. D’altronde in tutti gli altri paesi d’Europa sono diritti ottenuti da tempo. 

Art. 70 - La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.
Art. 101 – La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.
Art. 104 – (La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ...). 

D - Della funzione legislativa deve farsi carico la politica, mentre amministrare la giustizia è compito della magistratura, anche se assistiamo quotidianamente a reciproche e più o meno marcate accuse di ingerenza. Secondo lei queste invasioni di campo esistono? E il loro eventuale manifestarsi, rappresenta un rischio reale per la convivenza democratica? 

– Credo che la magistratura nel suo insieme faccia il suo dovere. Dovere durissimo, perché fatto in condizioni difficili. Vengono accusati di non lavorare quando la maggior parte rischia addirittura la vita per stare sul posto di lavoro. Si trovano a combattere contro qualcosa di molto difficile da individuare come i rapporti segreti e nascosti delle mafie con la politica. 
Quando fanno arrestare i criminali va tutto bene: evviva la magistratura! Quando invece  scoprono che molti politici si sono serviti delle mafie per accaparrare voti, per stabilire accordi clandestini, subito arrivano valanghe di improperi e insulti.  Una vera riforma è proprio necessaria. Ma una riforma nell’interesse di tutti, con investimenti adatti allo scopo e una visione d’insieme.

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