INTERVISTA AD IRENE PIVETTI TRATTA DAL LIBRO: “1948: DI SANI PRINCIPI” MARIA PACINI FAZZI EDITORE, 2011.


Irene Pivetti giornalista, conduttrice tv ed ex Presidente della Camera dei Deputati (la più giovane nella storia della Repubblica e l’unica donna dopo Nilde Jotti). E’ molto impegnata nel sociale, soprattutto attraverso la onlus “Learn to be free” (www.ltbf.it) da lei promossa, che si occupa di un intervento sociale per il diritto allo studio e al lavoro dei giovani.

Art. 1 - L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione)
Art. 48 - Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico… Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

D - Crede che il popolo italiano, nella sua maggioranza, sia ancora sinceramente interessato ad esercitare il proprio diritto alla sovranità o sia ormai rassegnato a delegare, non avendo più volontà né di impegno né di partecipazione?

R – Per quel che io vedo, gli Italiani tutto desiderano meno che delegare, o peggio ancora abdicare alla loro facoltà di determinare la vita pubblica del paese, come recita l'art. 49, quello dedicato ai partiti politici.
Solo che, per diversi motivi, tutti ben  noti, da una quindicina d'anni a questa parte è cresciuta negli italiani la sfiducia nelle forme tradizionali dell'impegno politico, e cioè appunto i partiti politici. Gli Italiani vogliono partecipare eccome, tant'è che discutono animatamente di tutto ciò che non funziona, e di come potrebbe funzionare meglio, solo che non si ritiene più che il consenso, né il dissenso per la verità, possa essere canalizzato dai partiti. Quella che è in corso è una colossale opera di riorganizzazione della politica.
Ma siccome le forme organizzative non sono affatto neutre, ma determinano anche in larga misura i contenuti, quella che è in corso è, più in profondità, una battaglia strisciante fra diversi modelli di democrazia. Nessuno dei quali maturo, per il momento, il che lascia la competizione del tutto aperta.

Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei diveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

D - In tempi di flussi migratori di portata mai conosciuta in passato che comportano, nella quotidianità, problemi di convivenza, sociali, economici e religiosi, i cittadini (e la legge stessa) restano sensibili alla straordinaria forza ideale di questi principi o la diffidenza verso chi è, in generale, diverso sta prendendo il sopravvento?

RUna lettura delle norme adottate in Italia negli ultimi venti anni, ed ancor più una lettura comparata con le norme analoghe in vigore da tempo più o meno recente negli altri paesi europei, mostra che l’Italia è uno dei paesi più ospitali non solo del continente, ma che si possano immaginare. Se il confronto includesse anche gli Stati Uniti, furiosamente protezionisti, il paragone sarebbe ancor più impressionante. Noi siamo il tinello dell'occidente, dove chiunque trova almeno un pasto caldo.

Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese).

D - “Lodo Schifani” e “Lodo Alfano”, avevano come obiettivo il rendere “diversamente uguali” di fronte alla legge alcune figure di alto profilo della repubblica. Dichiarata l’incostituzionalità di questi provvedimenti, si sostiene da più parti sia opportuno, allo scopo di preservarne la straordinaria importanza istituzionale, cercare un percorso costituzionale e condiviso per mantenere le più alte cariche dello Stato sotto una sorta di campana di vetro rispetto alla legge: lo ritiene giusto?

RIrene Pivetti. No. La costituzione è una costruzione molto coerente, per lo meno nella sua redazione originaria. Per salvaguardare la libertà di rappresentanza aveva inventato l'immunità parlamentare, per tutti e solo i rappresentanti eletti in Parlamento. Ripristinare quella significa offrire al legislativo tutta la tutela funzionale di cui può avere bisogno, senza inutili distorsioni.

Art. 7 - Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8 - Tutte le confessioni religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse da quella cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relativa rappresentanze.

D - Dai grandi referendum degli anni ’70 fino al testamento biologico, sono molti i temi etici che, generando conflitti tra convinzioni laiche e precetti religiosi, hanno diviso e appassionato la pubblica opinione. Quali pensa debbano essere i limiti (se ce ne sono), del concetto di laicità dello Stato?

RDividendo le competenze fra Cesare e Dio, è stato Gesù ad inventare lo Stato laico. E cioè lo Stato non può essere teocratico, e la religione non può servire da fondamento al potere politico. Ciò non significa che lo Stato debba prescindere da valori morali, che sono comunque e sempre necessari per garantire la sopravvivenza della nazione (quando lo Stato è nazionale) e il benessere del popolo. Le questioni di vita e di morte sono tipiche istanze morali, qualsiasi norma le riguardi è figlia di una o dell'altra concezione morale. La neutralità non esiste. Allo Stato laico dunque si chiede di scegliere liberamente i propri fondamenti  morali, ma deve dichiarare apertamente quali sono, e cioè se ne assume la responsabilità politica. Invocare la libertà di coscienza tutte le volte che c’è una scelta scomoda da fare può anche essere un grande alibi; al contrario una maggioranza che sa di rappresentare in prevalenza una certa sensibilità su questi temi ha non solo il diritto ma il dovere di interpretarla.

Art. 9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

D - Il Direttore Generale di una nota università, ha raccomandato a suo figlio, affinché potesse costruirsi un futuro in linea con le proprie aspettative, di lasciare il nostro Paese. In base alle sue esperienze dirette lavorative e di studio, si sentirebbe di consigliare ad uno studente la stessa cosa?

R No. Penso che quel Direttore, come primo responsabile della sua università, si sia dimostrato una pessima guida, e come insegnante un pessimo esempio. Come cittadino abdica alla sua cittadinanza. Poiché qui si parla di suo figlio, saremmo costretti anche a giudicarlo come padre, il che ovviamente non si può fare. Diciamo che, personalmente, non avrei voluto essere suo figlio.

Art. 11 - L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

D - Pensa che la politica estera del nostro Paese, dalla caduta del muro di Berlino e l’instaurarsi di un nuovo ordine mondiale in poi, sia stata e continui ad essere coerente con questo principio?

R Da molto prima della caduta del muro l'Italia è un esempio nel mondo di vocazione alla pace. In epoca post-bellica fisserei una data simbolica nel 1982, inizio della missione Italiana in Libano sotto la guida del generale Angioni, vera pietra miliare per le missioni di peace keeping internazionali sotto qualsiasi bandiera; esempio di fermezza, competenza, ma anche capacità di soccorso umanitario e contributo insostituibile alla ricostruzione di un paese in guerra. La missione in Afghanistan è solo l’ultima conferma di una ininterrotta catena di buoni esempi che i nostri soldati danno eroicamente negli scenari più difficili del pianeta.

Art. 21 - Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure... La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

D - Diverse organizzazioni internazionali, hanno classificato il nostro Paese nelle posizioni di retrovia per quanto riguarda la libertà di stampa e di espressione. In che misura è d’accordo con queste sconsolanti valutazioni? Può Internet rappresentare una nuova frontiera, per quanto riguarda l’informazione indipendente?

R Non sono affatto d'accordo con queste valutazioni punitive sull'Italia, che reputo frutto di malanimo interessato, facilmente smascherabile come interesse politico di parte. Il vostro riferimento immagino sia alla classifica di Reporters sans frontieres, che fa scendere l'Italia di Berlusconi, Partito Popolare, dal 35° al 49° posto, e fa salire l'America di Obama, Democratico, dal 40° al 20° posto. Oppure alla classifica di Freedom House, Global Freedom of the Press 2009, dove l'Italia è al posto 73, insieme al Tonga, mentre gli USA sono al 24: analogo schieramento d'opinione. Il problema semmai non è l'arroganza di un potere costrittivo che non esiste, ma la fiacchezza di una classe giornalistica troppo spesso pigra e pusillanime.

Art. 29 - La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è fondato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

D - Il mutare dei costumi e delle relazioni sociali, ha favorito lo svilupparsi di nuovi tipi di rapporto, riconosciuti in parte o non riconosciuti affatto dalla legge, come unioni di fatto e unioni omosessuali. Crede sia opportuno equipararli alla famiglia intesa in senso tradizionale? E’ opportuno fare dei distinguo in materie come adozione, assistenza sociale, reversibilità pensionistica?

RIl senso del matrimonio civile e di tutto ciò che gli può assomigliare, è individuare una coppia, un amore, come “Anche” pubblico, e cioè “Anche” capace di essere punto di riferimento per la società. Il matrimonio cioè non è  “Solo” una forma di contratto fra i due coniugi, questo ne farebbe un atto solo privato, è “Anche” un atto pubblico. Per questo motivo, ritengo giusto dare a chiunque lo desideri la possibilità di manifestare pubblicamente il proprio impegno a rappresentare questo tipo di amore per così dire fondante la società. Le unioni omosessuali ovviamente sono profondamente diverse da un matrimonio, per il dato di fatto riguardante il sesso dei coniugi, che non è affatto un dettaglio, e tuttavia non per questo a mio avviso non meritano un analogo tipo di riconoscimento. Compreso per tutto quanto attiene ad ogni misura di carattere fiscale, giuslavoristico, previdenziale, ecc (insomma, burocratico). Del tutto diverso quando entra in gioco il diritto soggettivo di un terzo, come nel caso dell'adozione di un minore. Qui vi sono delle barriere culturali che è ancora da dimostrare che possano essere superate. In particolare, mentre sempre più si diffonde la convinzione che un figlio che cresce con due madri probabilmente non soffrirà problemi particolari, ritengo invece tuttora difficile da sostenere che altrettanta completezza educativa sia offerta da due padri. Sarà un mio pregiudizio.

Art. 70 - La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.
Art. 101 – La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.
Art. 104 – (La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ...).

D - Della funzione legislativa deve farsi carico la politica, mentre amministrare la giustizia è compito della magistratura, anche se assistiamo quotidianamente a reciproche e più o meno marcate accuse di ingerenza. Secondo lei queste invasioni di campo esistono? E il loro eventuale manifestarsi, rappresenta un rischio reale per la convivenza democratica?

RTangentopoli ha segnato un impressionante arretramento della politica rispetto all'azione della magistratura. Negli anni seguenti lo squilibrio non si è mai ricomposto, se non che la politica ha cercato di recuperare terreno sacrificando di fatto il legislativo a favore dell'esecutivo, più rapido nelle risposte e più incisivo. Ma la perdita del terzo soggetto dell'equilibrio ha privato governo e magistratura di un preziosissimo mediatore, motivo per cui ora lo scontro è senza quartiere.
Ci vorrà tempo, e senso dello Stato, per riequilibrare il rapporto.








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